Auður Ava Ólafsdóttir je autorka, ktorej diela sa ponárajú do hlbín ľudskej skúsenosti. Jej písanie, často zasadené do islandských krajín, skúma témy identity a hľadania zmyslu. Ólafsdóttir sa vyznačuje poetickým štýlom a prenikavým vhľadom do psychológie postáv. Jej literárny hlas ponúka čitateľom jedinečný pohľad na život a umenie.
Dvadsaťdvaročný Lobbi zdedil po matke lásku k záhradníctvu, najmä k pestovaniu ruží. Po jej smrti sa rozhodne odísť z Islandu, opustiť starnúceho otca a svojho autistického brata, a vydá sa do nemenovanej krajiny. Jeho dočasným domovom sa stáva dedinka so stredovekým kláštorom, kde sa zamestná ako záhradník. Na Islande však ostala aj Flóra Sól, Lobbiho dcéra, plod nečakaného a krátkeho ľúbostného vzplanutia. Usporiadaný a pomaly plynúci život vykoľají nečakaný príchod Flóry Sól a jej matky, a Lobbi sa zrazu ocitá v úplne novej životnej situácii, konečne pochopí, čo to znamená byť otcom a synom a pomaly nachádza cestu k Anne, matke svojho dieťaťa, ktorá bola doteraz preňho neznámou ženou.
In the days leading up to Christmas, Domhildur delivers her 1,922nd baby. Beginnings and endings are her family trade; she comes from a long line of midwives on her mother's side and a long line of undertakers on her father's. She even lives in the apartment that she inherited from her grandaunt, a midwife with a unique reputation for her unconventional methods. As a terrible storm races towards Reykjavik, Domhildur discovers decades worth of letters and manuscripts hidden amongst her grandaunt's clutter. Fielding calls from her anxious meteorologist sister and visits from her curious new neighbour, Domhildur escapes into her grandaunt's archive and discovers strange and beautiful reflections on birth, death and human nature. For even in the depths of an Icelandic winter, new life will find a way
A young woman is left by her husband without warning, then she is asked by her sick best friend to look after her four-year-old son. In the twilight of an Icelandic November, the pair set off on a tour of the island, and an unlikely friendship develops. A story shot-through with laughter and a distinctive, life-affirming charm, this book is a novel that will stay with the reader long after the smiles it provokes have faded from their lips.
«Tú serás la última mujer de mi vida» es la confesión que escucha María una Nochevieja de boca de su marido, un matemático especialista en la teoría del caos que parecía el hombre perfecto. Perpleja por la separación, María debe afrontar también la repentina aparición de su padre biológico. Sin embargo, gracias al cortejo de un joven vecino aficionado a la ornitología y a la amistad entrañable de Perla, «doctora en Psicoanálisis, consejera matrimonial y escritora», sus pasos emprenden un nuevo rumbo.
<i>Hotel Silence</i> (eletto Libro dell'anno dai librai islandesi) è un romanzo poetico e delicato, un inno alla capacità della vita di rigenerarsi e trasformarsi. Jónas ha quarantanove anni e un talento speciale per riparare le cose. La sua vita, però, non è facile da sistemare: ha appena divorziato, la sua ex moglie gli ha rivelato che la loro amatissima figlia in realtà non è sua, e sua madre è smarrita nelle nebbie della demenza. Tutti i suoi punti di riferimento sono svaniti all'improvviso e Jónas non sa piú chi è. Nemmeno il ritrovamento dei suoi diari di gioventú, pieni di appunti su formazioni nuvolose, corpi celesti e corpi di ragazze, lo aiuta: quel giovane che era oggi gli appare come un estraneo, tutta la sua esistenza una menzogna. Comincia a pensare al suicidio, studiando attentamente tutti i possibili sistemi e tutte le variabili, da uomo pratico qual è. Non vuole però che sia sua figlia a trovare il suo corpo, e decide di andare a morire all'estero. La scelta ricade su un paese appena uscito da una terribile guerra civile e ancora disseminato di edifici distrutti e mine antiuomo. Jónas prende una stanza nel remoto Hotel Silence, dove sbarca con un solo cambio di vestiti e la sua irrinunciabile cassetta degli attrezzi. Ma l'incontro con le persone del posto e le loro ferite, in particolare con i due giovanissimi gestori dell'albergo, un fratello e una sorella sopravvissuti alla distruzione, e con il silenzioso bambino di lei, fa slittare il suo progetto giorno dopo giorno. Auður Ólafsdóttir ha scritto il suo romanzo piú bello, il piú essenziale, tenero e ironico. Un libro che è un segno di pace, una stretta di mano laica che ci riavvicina a quanto di umano dentro di noi resiste agli orrori del mondo.
