Carlo Sgorlon je autor hlboko zakorenený vo friulijskej krajine a jej bohatej roľníckej tradícii. Jeho diela, napísané v dialekte aj v taliančine, skúmajú trvalé spojenie medzi ľudstvom a pôdou. Sgorlonove príbehy sú často pretkané folklórom a múdrosťou odovzdávanou z generácie na generáciu, čo odráža hlbokú úctu k jeho dedičstvu. Je významným hlasom talianskej literatúry, najmä pre svoje úsilie zachovať a osláviť regionálnu kultúru prostredníctvom svojho osobitého literárneho štýlu.
Set against the backdrop of World War II, the novel explores the tragic encounter between the Friulans and a Cossack army seeking refuge in northeastern Italy. In the summer of 1944, the Cossacks, along with their families and belongings, arrive in Friuli after being promised a new homeland by the Germans in exchange for their support. However, the Germans ultimately abandon both the Cossacks and the native population, leading to devastating consequences. This poignant tale reveals the complexities of war and the human cost of betrayal.
Irrequieto e sognatore, Giuliano vorrebbe seguire le orme del nonno, emigrato dal Friuli fino in Danimarca. E nello stesso tempo vorrebbe vivere d'amore e d'avventura assieme a Flora. Ma c'è un unico luogo in tutto il mondo in cui Giuliano può trovare la pace e vivere in armonia con il mondo: Cretis, un piccolo villaggio nel cuore delle Alpi. Solo qui egli può conquistarsi il diritto di sedere sul grande, antico seggiolone di legno, come su un trono, per raccontare le sue fiabe meravigliose. Dall'adolescenza alla maturità, Carlo Sgorlon ripercorre la vita di Giuliano, sempre in bilico tra realtà e leggenda, tra la curiosità per il mondo e per il futuro e l'ansia di non perdere i valori del passato.
Questa è la storia dello zingaro Sindel, il calderaio. E' una storia che inizia all'alba della prima guerra mondiale in un villaggio slavo dove il bambino Sindel resta orfano dei genitori a causa di un avvelenamento da segale cornuta mescolata al grano. Casualmente il ragazzo ne scampa insieme al "nonno" Vissalòm, battirame girovago con il suo wurdon, il carrozzone. La peregrinante e per noi rivelatoria "educazione" di Sindel, in fuga col vecchio attraverso e oltre il Veneto (la guerra è da sempre estranea agli zingari), comprende anche l'ultimo conflitto e la dolorosa maturità del protagonista. Sgorlon sembra manipolare una materia stregata in cui l'incantamento, per virtù dei magistero espressivo, avvolge anche il lettore. Il romanziere friulano, in questa prova che riconferma la sua splendida autonomia narrativa, ci guida tra le quinte liturgiche di un popolo (i rom, i signori) del quale ignoriamo quasi tutto perché non tramanda una storia scritta: saltinibanchi e menestrelli, nati con la musica nel sangue, gli zingari ebbero forse una patria perduta in qualche parte dell'India. Ciò che preme a Sgorlon non è dare risposte a interrogativi antropologici, bensì costruire un epos la cui centralità rinserra la vicenda umana di Sindel, il quale caparbiamente impara a leggere e a scrivere perché utopicamente sogna di liberarsi dalla condanna al nomadismo. Sindel giovinetto sospetta che anche l'amore di una "stanziale" può aiutare la sua metamorfosi e Sgorlon ce lo ritrae in un delicato idillio con Tereza. Il "caldèras" vuole avere una casa, un amore, una famiglia, una sua storia nella quale radicarsi, ed è per questo che sì farà anche temerario partigiano. Ma in controluce la vicenda degli zingari e di Sindel diventa la metafora della condizione di tutti gli uomini, che non hanno un'origine né una meta, sulla terra vagabonda nello spazio. In Sgorlon l'inclinazione rapsodica verso vicende arcaiche e verso il Mito, è una costante; in questo nuovo romanzo non la smentisce: vi riaffiora il fascino di una pagina ancora una volta in mirabile equilibrio tra realtà e magia. Domenico Porzio
Monterosso, improbabile paese del Friuli a ridosso delle montagne, è da sempreil luogo delle streghe, dei portenti, dei fatti strani. Qui nasce e cresce Veronica Castenetto, donna magica, dotata di poteri ipnotici, capace disentire voci strane, di avere chiaroveggenze, visioni di eventi remoti.Tuttavia la sua è la vita di una donna semplice, appassionata e gelosa.Attorno a lei si muovono i personaggi più diversi: nobili cavallereschi egeniali; donne raffinatissime e fuori dal tempo; ma anche interpreti dellanostra epoca aggressiva e tesa al successo. Sullo sfondo, intanto, individui e famiglie si dividono e si ricompongono, secondo gli strani giochi della scacchiera del fato. Un romanzo dal singolare intreccio e dall'eccezionale estro inventivo, che conferma ancora una volta la felicità e il fervore narrativo del grande scrittore friulano.