Sebastián Vassalli, narodený v Janove v roku 1941, sa po skorom detstve v Novare stal prominentným talianskym prozaikom. Jeho raná práca, ovplyvnená milánskou univerzitou a hnutím neoavantgardy, experimentovala s formou a jazykom. Po kritickom dištancovaní sa od týchto experimentálnych skupín Vassalli prijal naratívny prístup, ktorý skúmal taliansku identitu a históriu, často prostredníctvom protagonistov, ktorí sa vymykali normám. Jeho diela, ako napríklad ocenená „La chimera“, sa ponorili do tém, ako je pamäť, tradícia a hľadanie pravdy, čím si získal medzinárodné uznanie.
Eine kleine, befremdende und überraschende Erzählung über einen Mythos. Giacomo Casanova verbrachte seine letzten Jahre auf dem Schloss des Grafen von Waldstein in Böhmen als Bibliothekar. Ein Leben mit 40.000 Büchern, mit dem Schreibpult, der Erinnerung und kleinlichem Streit wie im Treppenhaus eines Mietshauses statt in großen Konflikten mit den europäischen Geistern der Zeit, wie der Mann aus Venedig es für angemessen gehalten hätte. Das Ende eines virtuos gestalteten Lebens - in der böhmischen Provinz.
Na počátku se zdá, že v Rocca di Sasso – smyšlené horské vesnici podobné mnoha jiným alpským vsím, nad níž se tyčí vysoká majestátní hora opředená spoustou legend – se čas jako by zastavil, „minulost tu nikdy doopravdy nepomine a přítomnost není nikdy doopravdy přítomná“. Ale nic netrvá věčně. Do zdejšího tvrdého, ale poklidného života těžce zasáhne první světová válka, kterou vedou lidé z údolí, kde „řeky tečou na sever a na východ, proti těm, kde řeky tečou na jih“. Sledujeme osudy a vývoj několika postav, hlavních hrdinů příběhu, odvedených všeobecnou mobilizací na frontu. Patří mezi ně někdejší učitel Luigi Prandini, kdysi socialista, pak přívrženec vstupu Itálie do války a posléze fašistický hodnostář; a jeho souputník Ansimino, muž s „chytrostí v rukách“, řidič autobusu a šikovný kovář a automechanik, který naopak za druhé války pomáhá partyzánům, k nimž se přidal jeho syn. Kolem nich spřádá autor množství lidských osudů, dramat, tragédií i radostí, v jakési kronice doby, jež je fragmentem velkých dějin.
Sebastiano Vassalli v příběhu dvou kostelů, z nichž jeden postavili mobilizovaní muži před odchodem do války a druhý přeživší veteráni, předkládá „v kostce“ italské dějiny dvacátého století s přesahem do dnešních dnů. Činí tak s nadhledem, ironií a pro autora typickým smyslem pro zkratku, ale i s hlubokým lidským pochopením.
Il Sudtirolo, una terra di frontiera e un paradiso turistico in cui due popolazioni sono destinate a convivere. Ma cos'altro sanno gli italiani di questa regione e della sua storia? Quasi niente e, peggio, l'hanno sempre capita poco. Sebastiano Vassalli ripercorre in maniera lucida e tagliente gli snodi principali di un secolo ricco di contrasti, di "fandonie storiche", di follie politiche: dal 1919, quando il trattato di St. Germain avanzò sul crinale alpino il confine con l'Austria, stabilendo che i sudtirolesi diventavano loro malgrado italiani... fino ai giorni nostri. In mezzo ci sono il fascismo, il nazismo, le bombe, i referendum e una stagione di tenebre in cui hanno perso la vita troppi uomini. Il protagonista di questa lunga storia è ormai vecchissimo, nato nel 1928, eppure continua ancora a muoversi indisturbato nel paesaggio scintillante di valli e città, a fare sentire la propria voce e a seminare zizzania. Attraverso una proposta concreta, questo libro invita a chiudere i conti con la storia e a separare una volta per tutte il passato dal presente, per guardare avanti.
Ai piedi del monte Ros, impassibile nella sua armatura di ghiacci, dimora degli dei, centro del mondo conosciuto, si estende una pianura fitta di boschi e pericoli. In questa terra a sud delle Alpi, disabitata e talmente inospitale che nel 101 a.C. non ha ancora un nome, sono schierati uno di fronte all’altro, su una superficie lunga chilometri, i due eserciti più grandi del continente. Duecentomila uomini pronti a combattere corpo a corpo, a massacrarsi fino allo stremo: a fare la guerra nel modo in cui la guerra veniva fatta oltre due millenni fa. Da una parte un popolo di invasori, anzi di “diavoli”, che ha percorso l’Europa in lungo e in largo, portando distruzione ovunque, ed è dilagato nella valle del Po saccheggiando città e villaggi, mettendo in fuga gli abitanti. È il popolo dei Cimbri, invincibile da vent’anni e deciso, forse, ad attaccare persino Roma. Dall’altra parte c’è il console Caio Mario, l’uomo nuovo della politica, con il suo esercito di plebei ed ex schiavi, l’ultimo in difesa dell’Urbe. Quella che stanno per affrontare non è una battaglia, è lo scontro tra due civiltà al bivio cruciale della sopravvivenza, è un evento destinato a cambiare la Storia. Terre selvagge è un viaggio nel tempo, in un’Italia ancora misteriosa, così vicina e così lontana da quella che conosciamo. È il racconto di una pagina drammatica della vicenda umana, finora avvolta da incertezze, falsità e malintesi. È, soprattutto, un maestoso mosaico di ambizioni e di paure, nel quale è custodita la chiave per capire molte cose anche del presente.
Kniha Noc komety Sebastiana Vassalliho vyšla poprvé už před třiceti lety (1984) a dodnes budí pozornost čtenářů, kritiky a široké kulturní obce. Autor v ní totiž boří řadu mýtů o italském prokletém básníkovi Dinu Campanovi (1885–1932), s jehož jedinou sbírkou Orfické zpěvy se mohli i čeští čtenáři seznámit ve výboru nazvaném Šílený Orfeus, který v roce 1968 připravil a přeložil Jan Vladislav. Na základě mnohaletého bádání se Vassallimu podařilo svým nezaměnitelným stylem sepsat skvěle zdokumentovanou biografii tohoto podivuhodného muže a jeho střet se světem. „Byl jsi už někdy milován, Dino?“ ptá se spisovatelka Sibilla Aleramová, s níž básník prožil bouřlivý a trýznivý milostný vztah. Zřejmě v tu chvíli netuší, jak podstatná je její otázka. Dino Campana byl odvrhován už v raném dětství matkou, jen těžce snášen otcem, vysmíván svým okolím, nepřijímán módními literárními kruhy, všemi opovrhován. Vassalli líčí jeho několikeré neodůvodněné internace v psychiatrických léčebnách, jeho studijní a milostné peripetie, jeho útěky, potulky i dlouhé cesty do zahraničí, konec jeho života v blázinci. Podává strhující příběh básníka, jenž literárním nebem prolétl jako kometa.
Překlad veršů Dina Campany Jiří Pelán.
Die Reise eines heldenmütigen Retters der Menschheit und seines mysteriösen Weggefährten in den Wahnsinn
Ein knauseriger Pfarrer, ein aderlassender Priesterarzt, eine magersüchtige Heilige, ein Fälscher, ein Bandit … und dann die Menschen der Unterwelt, Metallarbeiter an der 'Schmelze', schwarze Männer, von Gott und vom Teufel verlassen. Und Napoleons Armee, die rechtzeitig erscheint, um die Last des Elends zu vervielfachen, und die zu früh wieder abzieht, um das Treiben der Privilegierten zu stören. In diesem Buch wendet sich Vassalli einem Thema zu, das ihn auch in La Notte della Cometa fasziniert: der Wahnsinn als heroische Fähigkeit, sich in seinen eigenen Wahnvorstellungen zu verlieren. Mattio ist die jüngste Figur aus Vassallis Sammlung von Verlierern. Jede seiner Niederlagen ist sowohl Zeugnis als auch Anklage. Der Protest, absolut und ohne Hoffnung, der hier und da im Roman zum Vorschein tritt, spiegelt sich im Heute und dokumentiert eindrucksvoll, wie die Zeiten sich geändert haben. Die Welt dreht sich immer weiter, mit all ihren Verrückten, die der Schriftsteller mit Zuneigung betrachtet, und mit all den 'normalen' Menschen, die oft sonderbarer sind als die Verrückten und zerstörender.
Un grande scrittore torna su un personaggio e poeta, Dino Campana, al quale aveva già dedicato La notte della cometa. Scrive Vassalli: «È il Natale del 1916: in Italia, un Natale triste. Tutti o quasi tutti gli uomini validi sono lontani da casa, in quelle trincee tra le montagne dove si soffre e si muore per una guerra che, nonostante la retorica ufficiale, non ha in sé proprio niente di epico… Eppure per Dino Campana l’ultimo giorno felice fu il Natale a Marradi. Perché Dino e Sibilla Aleramo siano andati a Marradi, dove lei non era mai stata, proprio in quel giorno di Natale del 1916, non si sa… Forse prima di perdersi in quel crepuscolo della ragione dove stava precipitando da più di un anno, lui ha voluto mostrare i suoi luoghi d’infanzia all’unica persona che aveva avuto un moto d’affetto nei suoi confronti…»
chi è l&'italiano? Sembra chiederselo persino Dio, nella cornice di questo libro: undici storie paradigmatiche del carattere degli italiani, colto nella debolezza, nella meschinità, nell&'infantilismo, nella vigliaccheria. L&'ultimo doge di Venezia, Ludovico Manin, svillaneggiato come traditore della patria, lascia tutti i suoi averi ai matti perché sono forse le persone meno stolte che ci siano. Saverio Polito è &"Il trasformista&": ex funzionario dell&'Ovra, generale di Badoglio, cerca di approfittare della moglie del duce. Viene denunciato da donna Rachele e arrestato; dopo la liberazione, forte del fatto di essere stato incarcerato da Mussolini, fa carriera e diventa questore di Roma. Togliatti durante una conferenza alla Normale di Pisa è attaccato da un giovane studente, perde la pazienza e sbotta: &"Provaci tu, a fare la rivoluzione&". &"Ci proverò stia tranquillo&", risponde il giovane Adriano Sofri.
Perché il cadavere di un commesso viaggiatore viene trovato nel più grande cimitero di automobili della città? Per quale ragione un intellettuale omosessuale viene ucciso con un busto di Bizet? Come finisce la storia sentimentale fra uno scrittore, che si chiama Sebastiano, e una prostituta africana? Come si eccita sessualmente un collezionista di mantidi religiose? Tutte queste storie e molte altre danno vita a un libro che racconta le mutazioni antropologiche dell'uomo contemporaneo e la dissoluzione senza speranze dei miti che ci hanno accompagnato dalla Rivoluzione Francese fino all'altroieri.